Botanica Meraviglia
Stupore arboreo. Un’emozione avvolge chi varca la soglia dell’Orto Botanico di Palermo e si immerge in un’atmosfera sospesa, dove il sapere scientifico convive con la poesia del vivente.
Museo a cielo aperto da oltre due secoli, questa istituzione botanica ha reso possibile lo studio, la custodia e la diffusione di innumerevoli specie vegetali in Sicilia, in Europa e nel Mediterraneo. 
Situato tra due fiumi e sotto un cielo temperato, il suo suolo fertile ha favorito la crescita di dracene, bambù, ficus, yucche, piante grasse, euforbie, cycas, palme e piante d’essenza. Provenienti da regioni tropicali e subtropicali, molte di esse hanno trovato qui un habitat ideale, trasformando i dieci ettari del giardino in un luogo di straordinaria biodiversità. Ogni pianta racconta una storia di migrazione e adattamento, componendo un paesaggio di memoria e metamorfosi.
Dalle radici aeree del Ficus macrophylla f. columnaris ha preso avvio, nel 2022, la “spedizione botanica” Diorami — progetto commissionato dal Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo e vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea — articolato in una mostra diffusa, un catalogo e un Public Program dedicato a un pubblico di adulti e bambini. In una continuità di metamorfosi, il progetto si radica oggi in Botanica Meraviglia, nel cuore dell’Orto Botanico, diventando parte del suo patrimonio materiale e immateriale.
Nel cuore dell’Orto una nuova radice è stata messa a dimora: la Casa del Pozzo, edificio in tufo di fine Ottocento, luogo vitale in cui si raccoglie l’acqua che irriga le specie viventi dell’intero giardino. Lo spazio diventa oggi il proscenio verde di un’installazione che ribalta le proporzioni del reale. L’opera del fotografo Alessandro Sala amplifica la vastità della flora in un continuo dialogo tra spazio interno ed esterno, trasformando la Casa del Pozzo in una soglia percettiva che accompagna lo sguardo del visitatore oltre il visibile.
Punctum centrale della composizione è la Bismarckia nobilis, palma elegante e sinuosa dal fogliame verde-bluastro, originaria del Madagascar e introdotta nella collezione vivente all’inizio degli anni Duemila. Dalla sua base emerge una giovane pianta: presente e futuro si intrecciano e crescono insieme.
Le fanno eco altre presenze emblematiche: la Dracaena draco delle Canarie, da cui si ricava la resina detta “sangue di drago”, in passato utilizzata dai popoli indigeni per pitturarsi il viso in riti purificatori e per usi medicinali; la pianta del caffè, oggi coltivata in pieno campo come segno di adattamento al mutamento climatico; la Ceiba speciosa dalle spine scultoree; i fusti svettanti della Washingtonia robusta; e i colori variopinti delle fioriture di ninfee e ibischi.
Giganteggia il monumentale Ficus macrophylla f. columnaris, impiantato nel 1845. Sotto le sue fronde aleggia la genius loci immaginata da Francesca Berardi alla guida di un viaggio sonoro nella biodiversità siciliana: un racconto che intreccia scienza e mito, voci e musiche, estendendo l’esperienza della Casa del Pozzo alla dimensione dell’ascolto.
La narrazione audio, con suoni ambientali e composizioni originali di Gianni Gebbia, invita a muoversi come i semi delle piante — trasportati dal vento, dal mare, da uccelli migratori, da insetti, animali e dall’immaginazione — per scoprire sette storie di piante simbolo di resistenza e rinascita. Gli episodi audio comprendono: la palma nana (Chamaerops humilis) della Riserva dello Zingaro; le varietà di arancio Portogallo (Citrus sinensis) dei giardini panteschi; il mandorlo (Prunus dulcis) del Giardino della Kolymbethra; i carrubi (Ceratonia siliqua) della campagna iblea; le erbe spontanee — salvia (Salvia officinalis), timo (Thymus vulgaris), rosmarino (Rosmarinus officinalis) — della Val di Noto; il papiro (Cyperus papyrus) delle acque del fiume Ciane, unica presenza nel continente europeo; e l’Ilice di Carrinu, monumentale leccio (Quercus ilex) del Parco dell’Etna. Le voci protagoniste sono di botanici, agronomi, intellettuali e attivisti del paesaggio — tra cui Manlio Speciale, Rosario Schicchi, Paolo Inglese, Giuseppe Barbera, Mariangela Galante, Paolo Arena, Graziella Pavia, Salvatore Murana, Giuseppe Lo Pilato, Gianluca Pannocchietti, Paolino Uccello, Fabio Morreale e Lavinia Lo Faro — impegnati nella difesa delle piante e nella memoria dei luoghi.
Due distillatori destinati all’estrazione di oli essenziali da piante coltivate nel Giardino dei Semplici e in altri settori dell’Orto introducono la nuova vocazione della Casa del Pozzo. Lo spazio si trasforma in un luogo dedicato alle esperienze olfattive, ai laboratori e alle attività didattiche. Attraverso i profumi della memoria, la conoscenza scientifica si intreccia con l’esperienza sensoriale e affettiva: riconoscere una pianta diventa anche ricordare un luogo, un tempo, un’emozione.
La meraviglia botanica che accoglie il visitatore è un modo di pensare ecologicamente, in equilibrio tra ragione e incanto, dove lo stupore si fa forma di conoscenza.
 
